Francesco Algieri
Ripensare a come mi sono avvicinato alla liuteria classica e alla costruzione degli strumenti ad arco mi fa sorridere, alcuni anni fa non avrei mai immaginato di dedicarmi a questo tipo di strumenti visto che fin dai tempi delle scuole medie la mia unica passione era la chitarra e in modo particolare la chitarra elettrica. Infatti i miei primi contatti sono stati proprio con liutai che realizzano e riparano questo tipo di strumenti che mi hanno dato non solo le basi per la lavorazione del legno ma anche per ciò che riguarda la parte elettronica. Successivamente ho cominciato a cercare informazioni sulle varie scuole di liuteria italiane cercandone una che mi permettesse di apprendere anche la costruzione della chitarra classica perché ero sicuro che potesse essere un 'ottima base per raggiungere quello che consideravo il mio obbiettivo finale, la chitarra elettrica appunto. E' per questo motivo che ho scelto di iscrivermi alla scuola di liuteria di Gubbio sotto la guida del Maestro Guerriero Spataffi dove mi sono diplomato nel 1998. Tornato a Firenze ho avuto la fortuna di fare amicizia con il Maestro Carlo Vettori (Arte Liutaria, via Guelfa 3, 50129 Firenze), che da sempre ha messo a mia completa disposizione la sua straordinaria esperienza, aiutandomi ancora oggi a superare i vari intoppi che incontro sul lavoro e dandomi preziosissimi consigli. Durante i tre anni di scuola i miei interessi sono cambiati, il corso infatti prevedeva la costruzione del violino come primo strumento e durante i tre anni di scuola mi sono appassionato agli strumenti ad arco al punto che ad oggi non ho ancora realizzato nemmeno una chitarra. Il violino adesso è lo strumento che prediligo, cerco sempre con attenzione il materiale scegliendo di solito legni che hanno marezzature profonde e irregolari senza scartare quelli che presentano qualche imperfezione come piccoli nodi che in alcuni casi acquistano a mio giudizio un certo fascino senza deturpare l'aspetto dello strumento ma anzi valorizzandolo. Per questo motivo ho accettato subito di collaborare con Fabio, siamo amici ormai da tanti anni e so perfettamente che anche lui ama ricercare attentamente i legni e scegliere quelli che adesso vengono spesso scartati come l'acero campestre,il pero, il salice rosso o il pioppo per fondo.fasce e manico oppure l'abete bianco per la tavola armonica ma che in antichità venivano normalmente utilizzati. Mi è sempre piaciuto vedere il suo interesse a cercare di imprimere ai suoi lavori la propria personalità, la continua ricerca di soluzioni che permettano di non cadere in una sorta di standardizzazione del prodotto ma al contrario di affermare il proprio stile, caratteristica che Fabio applica anche nello studio delle vernici, abbiamo spesso passato insieme pomeriggi a fare prove di varie vernici e colori, raggiungendo talvolta risultati interessanti. Per la costruzione degli strumenti qui pubblicati ho utilizzato solo legni italiani, acero campestre e acero di monte per i violini e legno di pioppo per la viola, le tavole armoniche sono tutte in abete rosso anch'esso italiano che ritengo essere il migliore abete al mondo per gli strumenti musicali, infatti mentre è possibile trovare acero proveniente dall'area dei Balcani di qualità eccezionale sia per l'aspetto che per il suono, dalla mia piccola esperienza mi sono fatto l'idea che l'abete rosso italiano sia senza dubbio il migliore, ho trovato la risposta acustica di questo legno decisamente superiore a quella di abete proveniente da altre aree e gli strumenti con esso costruiti mi hanno sempre dato risultati secondo me soddisfacenti per potenza e timbrica del suono. Avendo lavorato questi legni tutti nello stesso periodo ho potuto verificare durante la costruzione di tutti e tre gli strumenti le differenze che ci sono fra di essi, non solo quelle ovvie tra acero e pioppo ma soprattutto le tantissime differenze fra acero di monte, da me abitualmente usato, e acero campestre che ho utilizzato per la prima volta e che ho trovato molto difficile da lavorare in quanto è un legno molto compatto, più pesante rispetto alla qualità di monte ma soprattutto estremamente duro e che mi ha messo un po' in difficoltà nella fase della sgrossatura iniziale e nell'intarsio del filetto. Devo dire però che sono comunque rimasto piacevolmente colpito da questo legno, nonostante le difficoltà incontrate, e che sicuramente utilizzerò di nuovo in futuro perché ho trovato in esso una risposta a livello acustico e dal punto di vista estetico mi piace molto la sua marezzatura fitta e profonda che sotto la vernice risalta notevolmente. La mia produzione è ancora limitata a pochissime unità in un anno ma nonostante questo cerco sempre di fare del mio meglio e di migliorarmi ogni volta che inizio un nuovo lavoro facendo il possibile per imparare dai tanti errori che ho fatto in passato e che sono inevitabili in un lavoro tanto bello quanto complesso come questo.Per concludere voglio ringraziare gli amici che mi hanno sostenuto e aiutato quando ho scelto di partecipare a questa iniziativa: II Maestro Giuseppe Quagliano, via Mura Occidentali 53, Jesi (AN) per avermi incoraggiato ad andare avanti fin dall'inizio e per l'appoggio che mi ha dato fin da quando eravamo compagni alla scuola di liuteria. Il Maestro Carlos Roberto Michelutti (Cordova Guitars), via S. Allende 5/7, Gubbio (PG) per il sostegno tecnico, la pazienza che ha sempre avuto nei miei confronti in tutti questi anni e per tutta quella che dovrà avere in futuro... Dedico il mio piccolo contributo a questa pubblicazione a due amici che non ci sono più, il Maestro Francesco Balbo e il Maestro Josè Joao Do Nascimento, possa il ricordo della loro amicizia accompagnarmi ogni giorno della mia vita.